DERBY, DASPO, GRASSINA E IL CALCIO. UNO SFOGO...
08-05-2010 - ultimissime dalla sede
Grassina, 8 maggio 2010
Quando stamattina, recandomi all´edicola, ho messo gli occhi sulla locandina sono stato colpito da varie indescrvibili sensazioni. La notizia che diciassette giovani di Grassina e di Antella fossero stati colpiti dal "daspo" ( acronimo che sta per divieto di assistere a manifestazioni sportive) per tre o cinque anni mi ha sorpreso ed amareggiato. La sera prima avevo presenziato, con una cinquantina di persone, ad una riunione in cui era stata evidenziata la mancanza di partecipazione dei grassinesi alla vita dello sport organizzato dalle locali squadre di calcio sotto l´egida della Federazione Italiana Gioco Calcio e divise, da alcuni anni, in virtù di una scellerata situazione, incomprensibile ai più. Ora, dopo aver letto le notizie in merito apparse sui quotidiani locali, ho sentito la necessità di fare alcune riflessioni. Diversamente dalle mie consuetudini mi sono armato di carta e penna o meglio mi sono messo davanti al computer, e ho dato forma scritta a questi miei pensieri. Dieci anni orsono, o forse dodici, una situazione di difficoltà delle società sportive di Grassina e di Antella fu presa a pretesto da rampanti politici locali per suggerire e, poi far realizzare, una fusione fra le due realtà calcistiche da sempre divise, nella loro storia, da una sana rivalità campanilistica sfociata al più in sfottò e simpatiche prese in giro. Qualche episodico scontro fisico era stato sempre prevenuto e limitato dai Dirigenti delle due organizzazioni . Per la prima volta la politica entrò violentemente nel calcio grassinese e fece, alla luce di quanto poi storicamente provato, moltissimi danni. La fusione calata dall´alto non fu mai digerita e il prodotto da questa derivato la A.C. Valdema fu da più parti osteggiato e non trovò neppure protezione da parte di coloro che l´avevano suggerita: le autorità politiche. Anzi, come spesso succede in politica, quelle stesse autorità negli anni successivi si sono sempre adoperate ad arricchire di consenso quelle realtà che dalla cenere delle vecchie associazioni "fuse" rimergevano. Cosa strana ed incoerente ...
I politici da allora hanno accusato i dirigenti della Valdema, lasciati allo sbaraglio, di non aver attecchito nelle popolose frazioni e di non aver legami con i loro abitanti. Il loro era uno sport di "elite" altri erano i valori predicati dai politici della "casta" grassinese: evviva il calcio amatoriale...
E vennero poi i tempi in cui sempre i politi "imparentati con la casta" rientrarono nella vicenda calcistica e ne vollero di nuovo essere protagonisti forse nella remota speranza di riottenere quelle "poltrone" che nel frattempo avevano perso. Inutilmente però.
Ma il mancato raggiungimento dello scopo "politico" non ha impedito loro di rendere nuove mazzate al sistema calcio grassinese. Il privare i grassinesi dell´organizzazione dell´attività sportiva praticata dai loro giovani anche stavolta non è stata "digerito". Ancora i giovani lamentano la violenza alla loro appartenenza: ancora una volta manifestano, quando interpellati, la loro volontà di appartenere ai colori rossoverdi patrimonio del vero ed unico calcio dilettantistico e giovanile di storica importanza in Grassina. Non Valdema, né Belmonte, né Sporting ma solo Grassina.
Solo oggi, col passare degli anni, mi accorgo di queste presenze ingombranti che ritornano prima e contemporaneamente ad ogni catastrofe sportiva in quel di Grassina. E mi do dello stupido. Io che da trenta anni partecipo alla organizzazione del calcio grassinese. Non mi sono accorto di queste manovre e di queste manipolazioni: almeno in tempo reale. Di questo chiedo scusa alla cittadinanza, agli sportivi ed ai giovani calciatori di Grassina.
Ma siamo partiti dai daspo e siamo arrivati fin qui. Che ci azzecca direte voi. Ci azzecca, ci azzecca. Me ne sono accorto io, ma se ne sono accorti anche tanti altri.
Non è quello amatoriale lo sport da incoraggiare fra i nostri giovani. Semmai è il punto di arrivo. Prima del calcio amatoriale c´è quello giovanile che deve essere curato da persone esperte ed idonee non accecate da interessi di parte: vuoi l´appartenenza a correnti politiche o di pensiero, vuoi accecate dalla volontà, seppure apprezzabile, di imporre la presenza dei loro "cognomi" nei tabellini di gara.
L´appartenenza a correnti politiche porta come ha portato a Grassina a privilegiare le aspettative di carriera, e quindi la ricerca spasmodica del consenso dei più vicini, rispetto al vero fine di far praticare sport sano ed etico ai più giovani.
Non è il modello "amatoriale" quello da trasferire ai giovani ma quello ben organizzato e strutturato. Nel miglior modo possibile.
Ed eccoci ai daspo. Il populismo dei politici ha portato alla distruzione dello sport organizzato a Grassina. Ha tolto loro, esempio unico in tutta Italia, anche gli impianti sportivi. Largo ai politici ed ai dirigenti amatoriali. Le conseguenze sono sui giornali e nei fatti.
L´U.S. Grassina, poi Valdema, poi V.Grassina distrutta. Senza più il settore giovanile, senza più impianti sportivi. Con solo la "sua storia" per fortuna riconosciuta a livello Nazionale più che locale. Sessantacinque anni di vita seria e passionale in cui tantissimi dirigenti si sono prodigati nel tempo in maniera del tutto esente da interessi specifici. Sessantacinque anni di attività riconosciuti dalla Federazione Italiana Gioco Calcio con una "preziosa" benemerenza che verrà consegnata a Roma sabato 15 maggio.
Dall´altra parte c´è il DASPO per 17 giovani ripolesi sorpresi sul campo di Antella a darsele di santa ragione, a danneggiare strutture pubbliche e private, a ricorrere alle strutture sanitarie per farsi curare le ferite. E dire che i "pronto soccorso" sono intasati per questioni molto più serie ed importanti. A impegnare le forze dell´ordine che hanno spazi più importanti da indagare.
Se questo è il risultato di una "manovra politica" che i "politici" colpevoli siano definitivamente disconosciuti dalla gente grassinese. La Casta trovi il modo di rimediare ad una situazione cercata e voluta. Anche i mafiosi mettono in disparte gli incapaci. Parole forti ? No, un semplice sfogo da uno che nella politica di una volta credeva e alla cui attività ha sempre dato il suo personale, seppur minimo, contributo: la "casta" l´ho sempre vista nella parte opposta...
La riunione di ieri sera. Importante la presenza e la fattiva collaborazione di molti dei tifosi storici. Importante la presenza ( seppure limitata nel tempo) del Sindaco. Importante la presenza di esponenti della Casa del Popolo. Importanti gli interventi a microfoni aperti. Meno apprezzabili le chiacchere a microfoni chiusi, ma forse è un costume...
Massimo Colucci.
Quando stamattina, recandomi all´edicola, ho messo gli occhi sulla locandina sono stato colpito da varie indescrvibili sensazioni. La notizia che diciassette giovani di Grassina e di Antella fossero stati colpiti dal "daspo" ( acronimo che sta per divieto di assistere a manifestazioni sportive) per tre o cinque anni mi ha sorpreso ed amareggiato. La sera prima avevo presenziato, con una cinquantina di persone, ad una riunione in cui era stata evidenziata la mancanza di partecipazione dei grassinesi alla vita dello sport organizzato dalle locali squadre di calcio sotto l´egida della Federazione Italiana Gioco Calcio e divise, da alcuni anni, in virtù di una scellerata situazione, incomprensibile ai più. Ora, dopo aver letto le notizie in merito apparse sui quotidiani locali, ho sentito la necessità di fare alcune riflessioni. Diversamente dalle mie consuetudini mi sono armato di carta e penna o meglio mi sono messo davanti al computer, e ho dato forma scritta a questi miei pensieri. Dieci anni orsono, o forse dodici, una situazione di difficoltà delle società sportive di Grassina e di Antella fu presa a pretesto da rampanti politici locali per suggerire e, poi far realizzare, una fusione fra le due realtà calcistiche da sempre divise, nella loro storia, da una sana rivalità campanilistica sfociata al più in sfottò e simpatiche prese in giro. Qualche episodico scontro fisico era stato sempre prevenuto e limitato dai Dirigenti delle due organizzazioni . Per la prima volta la politica entrò violentemente nel calcio grassinese e fece, alla luce di quanto poi storicamente provato, moltissimi danni. La fusione calata dall´alto non fu mai digerita e il prodotto da questa derivato la A.C. Valdema fu da più parti osteggiato e non trovò neppure protezione da parte di coloro che l´avevano suggerita: le autorità politiche. Anzi, come spesso succede in politica, quelle stesse autorità negli anni successivi si sono sempre adoperate ad arricchire di consenso quelle realtà che dalla cenere delle vecchie associazioni "fuse" rimergevano. Cosa strana ed incoerente ...
I politici da allora hanno accusato i dirigenti della Valdema, lasciati allo sbaraglio, di non aver attecchito nelle popolose frazioni e di non aver legami con i loro abitanti. Il loro era uno sport di "elite" altri erano i valori predicati dai politici della "casta" grassinese: evviva il calcio amatoriale...
E vennero poi i tempi in cui sempre i politi "imparentati con la casta" rientrarono nella vicenda calcistica e ne vollero di nuovo essere protagonisti forse nella remota speranza di riottenere quelle "poltrone" che nel frattempo avevano perso. Inutilmente però.
Ma il mancato raggiungimento dello scopo "politico" non ha impedito loro di rendere nuove mazzate al sistema calcio grassinese. Il privare i grassinesi dell´organizzazione dell´attività sportiva praticata dai loro giovani anche stavolta non è stata "digerito". Ancora i giovani lamentano la violenza alla loro appartenenza: ancora una volta manifestano, quando interpellati, la loro volontà di appartenere ai colori rossoverdi patrimonio del vero ed unico calcio dilettantistico e giovanile di storica importanza in Grassina. Non Valdema, né Belmonte, né Sporting ma solo Grassina.
Solo oggi, col passare degli anni, mi accorgo di queste presenze ingombranti che ritornano prima e contemporaneamente ad ogni catastrofe sportiva in quel di Grassina. E mi do dello stupido. Io che da trenta anni partecipo alla organizzazione del calcio grassinese. Non mi sono accorto di queste manovre e di queste manipolazioni: almeno in tempo reale. Di questo chiedo scusa alla cittadinanza, agli sportivi ed ai giovani calciatori di Grassina.
Ma siamo partiti dai daspo e siamo arrivati fin qui. Che ci azzecca direte voi. Ci azzecca, ci azzecca. Me ne sono accorto io, ma se ne sono accorti anche tanti altri.
Non è quello amatoriale lo sport da incoraggiare fra i nostri giovani. Semmai è il punto di arrivo. Prima del calcio amatoriale c´è quello giovanile che deve essere curato da persone esperte ed idonee non accecate da interessi di parte: vuoi l´appartenenza a correnti politiche o di pensiero, vuoi accecate dalla volontà, seppure apprezzabile, di imporre la presenza dei loro "cognomi" nei tabellini di gara.
L´appartenenza a correnti politiche porta come ha portato a Grassina a privilegiare le aspettative di carriera, e quindi la ricerca spasmodica del consenso dei più vicini, rispetto al vero fine di far praticare sport sano ed etico ai più giovani.
Non è il modello "amatoriale" quello da trasferire ai giovani ma quello ben organizzato e strutturato. Nel miglior modo possibile.
Ed eccoci ai daspo. Il populismo dei politici ha portato alla distruzione dello sport organizzato a Grassina. Ha tolto loro, esempio unico in tutta Italia, anche gli impianti sportivi. Largo ai politici ed ai dirigenti amatoriali. Le conseguenze sono sui giornali e nei fatti.
L´U.S. Grassina, poi Valdema, poi V.Grassina distrutta. Senza più il settore giovanile, senza più impianti sportivi. Con solo la "sua storia" per fortuna riconosciuta a livello Nazionale più che locale. Sessantacinque anni di vita seria e passionale in cui tantissimi dirigenti si sono prodigati nel tempo in maniera del tutto esente da interessi specifici. Sessantacinque anni di attività riconosciuti dalla Federazione Italiana Gioco Calcio con una "preziosa" benemerenza che verrà consegnata a Roma sabato 15 maggio.
Dall´altra parte c´è il DASPO per 17 giovani ripolesi sorpresi sul campo di Antella a darsele di santa ragione, a danneggiare strutture pubbliche e private, a ricorrere alle strutture sanitarie per farsi curare le ferite. E dire che i "pronto soccorso" sono intasati per questioni molto più serie ed importanti. A impegnare le forze dell´ordine che hanno spazi più importanti da indagare.
Se questo è il risultato di una "manovra politica" che i "politici" colpevoli siano definitivamente disconosciuti dalla gente grassinese. La Casta trovi il modo di rimediare ad una situazione cercata e voluta. Anche i mafiosi mettono in disparte gli incapaci. Parole forti ? No, un semplice sfogo da uno che nella politica di una volta credeva e alla cui attività ha sempre dato il suo personale, seppur minimo, contributo: la "casta" l´ho sempre vista nella parte opposta...
La riunione di ieri sera. Importante la presenza e la fattiva collaborazione di molti dei tifosi storici. Importante la presenza ( seppure limitata nel tempo) del Sindaco. Importante la presenza di esponenti della Casa del Popolo. Importanti gli interventi a microfoni aperti. Meno apprezzabili le chiacchere a microfoni chiusi, ma forse è un costume...
Massimo Colucci.