Iniziata da dodicesimo e finita con un gol da bomber, la stagione memorabile del portiere Carlucci
27-04-2018 12:11 - dicono di noi....
GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Peccato che l´happy end rossoverde non ci sia poi stato.
Ma la storia della corsa di Davide Carlucci verso la porta della Sinalunghese nella sfida play-off di domenica scorsa è di quelle da raccontare.
Perché Davide è il portiere del Grassina, il cronometro dice 90′ o giù di lì e i suoi sono sotto per 2-1.
Lui sale su un angolo che Caschetto sta battendo dal lato di sinistra, sorprende tutti e di testa gira un pallone sotto l´incrocio dei pali. Che vale il 2-2 e i supplementari.
Ma al 120′ finisce il viaggio dei ripolesi, fregati dalla peggior posizione in classifica durante la regular season.
Classe 1998, al primo anno di Economia all´Università di Firenze, la stagione di Davide è stata comunque di quelle da ricordare.
Sembrava destinato a fare da solido n.12 alle spalle di un mostro sacro come Christian Paoletti.
E invece alla seconda giornata Paoletti ne combina un po´ troppe nella sfida col Porta Romana e arriva la separazione con il Grassina.
Davide approfitta della chance inattesa e non esce più dai pali, confermandosi come uno dei portieri, in quota e non, più sicuri e affidabili di tutta l´Eccellenza.
Ma ripartiamo dal finale, e da quel gol che è il terzo segnato da un portiere negli ultimi tre mesi di campionato nei campionati dilettanti.
Aveva cominciato Giulio Romei del Cubino, ha proseguito Matteo Vannini del Barberino Val d´Elsa. E poi è toccato a Carlucci.
"La partita non si era messa bene – spiega Davide – Avevamo creato tante occasioni da gol ma la Sinalunghese era stata più cinica e stava vincendo 2-1. Sentivamo però che se fossimo andati ai supplementari forse le cose avrebbero girato a nostro vantaggio. Avevamo più birra a disposizione e cambi validi in panchina. Quando ho visto quell´angolo quasi allo scadere non ci ho pensato. Non ho chiesto nulla nemmeno all´allenatore. Sentivo che quella era l´ultima speranza per noi".
"Sono partito quasi camminando dal limite dell´area senese – prosegue – nessuno mi stava seguendo. Il pallone è arrivato proprio dalle mie parti. Ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti il pallone si stava infilando sotto l´incrocio dei pali. È stata un´emozione incredibile che non scorderò mai".
Ma c´erano ancora 30 minuti di extratime da giocare. "E subito il mio collega Magnelli e il preparatore Brazzini me lo hanno ricordato: adesso ti dicono tutti bravo, ma ricordati che adesso per mezz´ora devi pensare a fare il portiere, metti da parte ogni altra sensazione personale e pensa alla squadra".
E in quella mezz´ora lui è rimasto imbattuto anche se non è bastato a passare il turno: "Rimane l´amaro in bocca perché ci tenevamo a questi play-off. Peccato. Però abbiamo dato tutto e non abbiamo rimpianti da quel punto di vista. Ce lo siamo ripetuto più volte: diamo tutto oggi, in ogni momento, perché potrebbe non rimanere un´altra partita in cui dare il resto. Abbiamo dato davvero tutto, tutti quanti".
I rimpianti semmai sono altri: "Abbiamo perso tanti punti per strada che, guardando la classifica, non ci stava di perdere. Abbiamo perso due volte con la Bucinese e una con il Montemurlo, due squadre retrocesse. Sarebbero stati 9 punti in più in classifica. Tutte le volte, quando stavamo per fare il salto definitivo, non ci siamo riusciti. È questo il rammarico. E non è bastato fare tanti punti nel finale di stagione".
"Su chi punto adesso ai play-off? – prova ad analizzare – Dico Porta Romana, che ha sta facendo davvero bene e ha una difesa molto organizzata. Quanto alla vittoria del campionato, giusto che abbia trionfato l´Aglianese: quando abbiamo perso il ritorno in casa loro, anche se non erano ancora in testa, si vedeva che avevano tutto per farcela, dopo una campagna di rafforzamento importante".
Classe ´97 Romei, classe ´98 Vannini e Carlucci. Portieri, goleador e giovanissimi: "Non credo che sia un caso. Quando sei giovane provi probabilmente sensazioni diverse. In quelle occasioni senti la voglia che ti sale addosso, hai voglia di provarci anche nell´altra area di rigore. Credo che tutti e tre i gol segnati dai portieri in questi mesi siano nati così".
Per Carlucci la terza stagione al Grassina è stata quella della consacrazione personale, da n.12 di buona prospettiva a titolare inamovibile: "Mi avevano sempre detto che a Grassina c´era una tradizione di portieri forti ed esperti e io avevo già fatto il vice a Paoletti la scorsa stagione. Tra l´altro lavorare accanto a un portiere come lui mi ha fatto crescere molto. Ma quando è toccato a me ho cercato di approfittare dell´occasione sapendo che era una bella responsabilità"
"Sostituire uno come lui non era facile – racconta – Mi dovevo guadagnare la fiducia della società e dei compagni. Ho continuato a lavorare sodo in allenamento come ho sempre fatto in carriera, sapendo che il lavoro paga sempre. Ma se alla fine sono riuscito ad essere costante nel rendimento è stato anche grazie alla fiducia che sentivo intorno a me. Ci sono stati anche momenti più difficili, come sempre capita a un portiere. Ma ho sempre sentito i compagni al mio fianco e il preparatore Brazzini mi ha sostenuto in ogni momento. Allenarsi bene e col sorriso quando la domenica hai parato bene è facile. Il difficile è lavorare bene quando la domenica precedente hai sbagliato, quando sai che non hai fatto quello che dovevi fare. Ma con la fiducia intorno ho superato anche quei momenti".
Il fiorentino (dell´Isolotto) Davide ha cominciato a parare quando aveva sette anni nel Ponte a Greve: cinque anni in bluamaranto prima di andare un biennio a Legnaia, una stagione al Club Sportivo e poi tornare di nuovo al Ponte per una stagione mezzo.
Ecco quindi il salto decisivo all´Impruneta Tavarnuzze: una stagione e mezzo al "Nesi" con la vittoria del campionato provinciale Allievi e il n.1 che viene avvistato, apprezzato e preso dal Grassina per gli Juniores.
"Devo dire grazie a tante persone in questi anni per la mia crescita – dice Davide – a cominciare dal d.s. di Tavarnuzze Fausto Gonnelli che ha sempre creduto in me. A Grassina le cose non sono sempre state facili, all´inizio Sarappa non mi faceva giocare molto, anche se si intuiva che poteva credere in me e mi è stato prezioso. Poi ricordo l´incontro con Riccardo Rocchini a cui sarò sempre grato, e quello con Nicola Del Grosso, che mi vide in Coppa Toscana e mi convinse a rimanere per la stagione seguente. Ma in questa stagione grazie anche ad Alberto Magnelli, che mi ha affiancato in questi mesi come n.12 ed è una persona fantastica, e pure a Paoletti che mi ha aiutato a crescere e col quale continuiamo a sentirci, oltre ovviamente al preparatore Brazzini. Così come a mister Castorina che mi ha dato l´occasione per mettermi in mostra. E ovviamente grazie anche ad Innocenti: lo conoscevo già dall´anno prima e pure lui mi ha sempre dato fiducia".
Ancora è presto per pensare al futuro: "L´obiettivo personale era quello di ritagliarmi uno spazio in questa categoria che è davvero importante. Adesso vorrei continuare ad ampliare questo spazio, giorno dopo giorno".
Gabriele Fredianelli
@RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: sportchianti
Ma la storia della corsa di Davide Carlucci verso la porta della Sinalunghese nella sfida play-off di domenica scorsa è di quelle da raccontare.
Perché Davide è il portiere del Grassina, il cronometro dice 90′ o giù di lì e i suoi sono sotto per 2-1.
Lui sale su un angolo che Caschetto sta battendo dal lato di sinistra, sorprende tutti e di testa gira un pallone sotto l´incrocio dei pali. Che vale il 2-2 e i supplementari.
Ma al 120′ finisce il viaggio dei ripolesi, fregati dalla peggior posizione in classifica durante la regular season.
Classe 1998, al primo anno di Economia all´Università di Firenze, la stagione di Davide è stata comunque di quelle da ricordare.
Sembrava destinato a fare da solido n.12 alle spalle di un mostro sacro come Christian Paoletti.
E invece alla seconda giornata Paoletti ne combina un po´ troppe nella sfida col Porta Romana e arriva la separazione con il Grassina.
Davide approfitta della chance inattesa e non esce più dai pali, confermandosi come uno dei portieri, in quota e non, più sicuri e affidabili di tutta l´Eccellenza.
Ma ripartiamo dal finale, e da quel gol che è il terzo segnato da un portiere negli ultimi tre mesi di campionato nei campionati dilettanti.
Aveva cominciato Giulio Romei del Cubino, ha proseguito Matteo Vannini del Barberino Val d´Elsa. E poi è toccato a Carlucci.
"La partita non si era messa bene – spiega Davide – Avevamo creato tante occasioni da gol ma la Sinalunghese era stata più cinica e stava vincendo 2-1. Sentivamo però che se fossimo andati ai supplementari forse le cose avrebbero girato a nostro vantaggio. Avevamo più birra a disposizione e cambi validi in panchina. Quando ho visto quell´angolo quasi allo scadere non ci ho pensato. Non ho chiesto nulla nemmeno all´allenatore. Sentivo che quella era l´ultima speranza per noi".
"Sono partito quasi camminando dal limite dell´area senese – prosegue – nessuno mi stava seguendo. Il pallone è arrivato proprio dalle mie parti. Ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti il pallone si stava infilando sotto l´incrocio dei pali. È stata un´emozione incredibile che non scorderò mai".
Ma c´erano ancora 30 minuti di extratime da giocare. "E subito il mio collega Magnelli e il preparatore Brazzini me lo hanno ricordato: adesso ti dicono tutti bravo, ma ricordati che adesso per mezz´ora devi pensare a fare il portiere, metti da parte ogni altra sensazione personale e pensa alla squadra".
E in quella mezz´ora lui è rimasto imbattuto anche se non è bastato a passare il turno: "Rimane l´amaro in bocca perché ci tenevamo a questi play-off. Peccato. Però abbiamo dato tutto e non abbiamo rimpianti da quel punto di vista. Ce lo siamo ripetuto più volte: diamo tutto oggi, in ogni momento, perché potrebbe non rimanere un´altra partita in cui dare il resto. Abbiamo dato davvero tutto, tutti quanti".
I rimpianti semmai sono altri: "Abbiamo perso tanti punti per strada che, guardando la classifica, non ci stava di perdere. Abbiamo perso due volte con la Bucinese e una con il Montemurlo, due squadre retrocesse. Sarebbero stati 9 punti in più in classifica. Tutte le volte, quando stavamo per fare il salto definitivo, non ci siamo riusciti. È questo il rammarico. E non è bastato fare tanti punti nel finale di stagione".
"Su chi punto adesso ai play-off? – prova ad analizzare – Dico Porta Romana, che ha sta facendo davvero bene e ha una difesa molto organizzata. Quanto alla vittoria del campionato, giusto che abbia trionfato l´Aglianese: quando abbiamo perso il ritorno in casa loro, anche se non erano ancora in testa, si vedeva che avevano tutto per farcela, dopo una campagna di rafforzamento importante".
Classe ´97 Romei, classe ´98 Vannini e Carlucci. Portieri, goleador e giovanissimi: "Non credo che sia un caso. Quando sei giovane provi probabilmente sensazioni diverse. In quelle occasioni senti la voglia che ti sale addosso, hai voglia di provarci anche nell´altra area di rigore. Credo che tutti e tre i gol segnati dai portieri in questi mesi siano nati così".
Per Carlucci la terza stagione al Grassina è stata quella della consacrazione personale, da n.12 di buona prospettiva a titolare inamovibile: "Mi avevano sempre detto che a Grassina c´era una tradizione di portieri forti ed esperti e io avevo già fatto il vice a Paoletti la scorsa stagione. Tra l´altro lavorare accanto a un portiere come lui mi ha fatto crescere molto. Ma quando è toccato a me ho cercato di approfittare dell´occasione sapendo che era una bella responsabilità"
"Sostituire uno come lui non era facile – racconta – Mi dovevo guadagnare la fiducia della società e dei compagni. Ho continuato a lavorare sodo in allenamento come ho sempre fatto in carriera, sapendo che il lavoro paga sempre. Ma se alla fine sono riuscito ad essere costante nel rendimento è stato anche grazie alla fiducia che sentivo intorno a me. Ci sono stati anche momenti più difficili, come sempre capita a un portiere. Ma ho sempre sentito i compagni al mio fianco e il preparatore Brazzini mi ha sostenuto in ogni momento. Allenarsi bene e col sorriso quando la domenica hai parato bene è facile. Il difficile è lavorare bene quando la domenica precedente hai sbagliato, quando sai che non hai fatto quello che dovevi fare. Ma con la fiducia intorno ho superato anche quei momenti".
Il fiorentino (dell´Isolotto) Davide ha cominciato a parare quando aveva sette anni nel Ponte a Greve: cinque anni in bluamaranto prima di andare un biennio a Legnaia, una stagione al Club Sportivo e poi tornare di nuovo al Ponte per una stagione mezzo.
Ecco quindi il salto decisivo all´Impruneta Tavarnuzze: una stagione e mezzo al "Nesi" con la vittoria del campionato provinciale Allievi e il n.1 che viene avvistato, apprezzato e preso dal Grassina per gli Juniores.
"Devo dire grazie a tante persone in questi anni per la mia crescita – dice Davide – a cominciare dal d.s. di Tavarnuzze Fausto Gonnelli che ha sempre creduto in me. A Grassina le cose non sono sempre state facili, all´inizio Sarappa non mi faceva giocare molto, anche se si intuiva che poteva credere in me e mi è stato prezioso. Poi ricordo l´incontro con Riccardo Rocchini a cui sarò sempre grato, e quello con Nicola Del Grosso, che mi vide in Coppa Toscana e mi convinse a rimanere per la stagione seguente. Ma in questa stagione grazie anche ad Alberto Magnelli, che mi ha affiancato in questi mesi come n.12 ed è una persona fantastica, e pure a Paoletti che mi ha aiutato a crescere e col quale continuiamo a sentirci, oltre ovviamente al preparatore Brazzini. Così come a mister Castorina che mi ha dato l´occasione per mettermi in mostra. E ovviamente grazie anche ad Innocenti: lo conoscevo già dall´anno prima e pure lui mi ha sempre dato fiducia".
Ancora è presto per pensare al futuro: "L´obiettivo personale era quello di ritagliarmi uno spazio in questa categoria che è davvero importante. Adesso vorrei continuare ad ampliare questo spazio, giorno dopo giorno".
Gabriele Fredianelli
@RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: sportchianti