Il 2023 del Grassina. Colasuono: “Mister Cellini ha portato allegria. E le Brigate…”
28-12-2022 20:39 - RASSEGNA STAMPA
DOMENICO COLASUONO
Il 2023 del Grassina. Colasuono: “Mister Cellini ha portato allegria. E le Brigate…”
Lui, il Grassina, lo conosce meglio di tutti. Nonostante sia un classe 2003, Domenico Colasuono sente già la maglia rossoverde come una seconda pelle. Cominciò due anni fa negli Juniores Nazionali, quando la Prima Squadra giocava in Serie D; lo scorso anno ha scritto la storia con gli Juniores Regionali stravincendo il campionato. Oggi, a fine 2022, è leader dei grandi: brevilineo, bravissimo nello stretto, dribbling che ti lascia sul posto. E un buon senso del gol: ne ha messi 4, vorrebbe segnarne ancora diversi, anche se “non mi sono fissato nessun traguardo personale. Punto al risultato di squadra”.
Dopo una partenza da dimenticare, avete ingranato la marcia.
“Ci siamo penalizzati da soli, in quelle prime giornate. Se dovessi ripensare alla classifica in questo momento, dico che probabilmente è giusta: ciò che abbiamo perso nel primo mese ce lo siamo ripresi con gli interessi a partire da novembre. Con Cellini ci siamo rifatti alla grande”.
Con Cellini hai un rapporto speciale. Ti conosce forse meglio di chiunque altro.
“Con lui noi giovani condividiamo tanto affetto dopo aver vinto il campionato l'anno scorso nell'Elite. Un cambio fondamentale per la panchina, ci ha dato allegria”.
Ti saresti aspettato di arrivare al giro di boa da titolare indiscusso e con diversi gol pesanti sul curriculum?
“No, lo ammetto. Dagli Juniores ai grandi c'è un mondo intero, e il salto in Prima Squadra l'ho affrontato coi piedi di piombo nonostante conoscessi piuttosto bene l'ambiente del Grassina. Mi metto a completa disposizione del mister; vorrei sempre giocare, ma viviamo in uno spogliatoio in cui non si fa polemica se ogni tanto tocca stare in panchina. Siamo tutti buoni giocatori, la concorrenza è sana”.
La classifica così corta e le tante squadre al vertice sono uno stimolo o una complicazione maggiore?
“Direi che ci sprona ogni domenica. Sappiamo che con una situazione come questa noi possiamo vincere e scavalcarne quattro tutte insieme, ma se perdiamo finiamo nei bassifondi. Il vantaggio dell'Affrico, per esempio, è solo a livello mentale: se perdono un'altra partita si ritrovano definitivamente risucchiati. Abbiamo poi allungato tantissimo sulle ultime: rimanere in fondo era lo scenario che ci faceva più paura; a inizio anno si respirava aria pessimista, due anni di ultimi posti parevano insopportabili”.
Saranno decisive le sfide con Lebowski ed Affrico in casa fra gennaio e febbraio per capire dove potrà arrivare questo Grassina?
“Penso che lì misureremo realmente quello che siamo. In quelle due sfide dobbiamo far bene, vanno portati a casa più punti possibile: Lebowski e Affrico all'andata ci hanno battuti, ora bisogna riscattarci”.
Giocarle in casa con il tifo delle Brigate significa quasi partire con un gol di vantaggio.
“Certamente. Io ho negli occhi la gara di Coppa a Luco. Si giocava di mercoledì pomeriggio, eravamo quasi fuori, ma si sentivano cantare solo loro. Se vengono anche a Luco un mercoledì pomeriggio vuol dire che li abbiamo fatti innamorare. Noi rendiamo conto alla società, ma il Grassina sono anche loro, e vederli così entusiasti ci riempie di orgoglio. Negli spogliatoi cantiamo sempre i loro cori: c'è sintonia ai massimi livelli”.
Che voto daresti a questa prima parte di campionato?
“Un 6 in progresso, di incoraggiamento. Ci siamo ripresi molto bene, ma possiamo ancora dimostrare che siamo in grado di arrivare ad un gran voto”
Hai segnato 4 gol: qual è quello che ricordi più volentieri?
“Forse quello a Dicomano, anche perché l'ho fatto di testa, decisivo per vincerla uno a zero. Per mia sfortuna non posso considerare quello con l'Affrico, considerando che poi abbiam perso”.
Il desiderio più grande per il 2023.
“Come detto con società e tifosi alla cena di Natale, non ci fissiamo obiettivi. Proseguiamo con la striscia di risultati positivi”.
Ne hai uno personale?
“A inizio anno l'obiettivo era di giocare e divertirmi. Voglio continuare così, punto solo a vincere. Vedo che stiamo andando bene”.
Lui, il Grassina, lo conosce meglio di tutti. Nonostante sia un classe 2003, Domenico Colasuono sente già la maglia rossoverde come una seconda pelle. Cominciò due anni fa negli Juniores Nazionali, quando la Prima Squadra giocava in Serie D; lo scorso anno ha scritto la storia con gli Juniores Regionali stravincendo il campionato. Oggi, a fine 2022, è leader dei grandi: brevilineo, bravissimo nello stretto, dribbling che ti lascia sul posto. E un buon senso del gol: ne ha messi 4, vorrebbe segnarne ancora diversi, anche se “non mi sono fissato nessun traguardo personale. Punto al risultato di squadra”.
Dopo una partenza da dimenticare, avete ingranato la marcia.
“Ci siamo penalizzati da soli, in quelle prime giornate. Se dovessi ripensare alla classifica in questo momento, dico che probabilmente è giusta: ciò che abbiamo perso nel primo mese ce lo siamo ripresi con gli interessi a partire da novembre. Con Cellini ci siamo rifatti alla grande”.
Con Cellini hai un rapporto speciale. Ti conosce forse meglio di chiunque altro.
“Con lui noi giovani condividiamo tanto affetto dopo aver vinto il campionato l'anno scorso nell'Elite. Un cambio fondamentale per la panchina, ci ha dato allegria”.
Ti saresti aspettato di arrivare al giro di boa da titolare indiscusso e con diversi gol pesanti sul curriculum?
“No, lo ammetto. Dagli Juniores ai grandi c'è un mondo intero, e il salto in Prima Squadra l'ho affrontato coi piedi di piombo nonostante conoscessi piuttosto bene l'ambiente del Grassina. Mi metto a completa disposizione del mister; vorrei sempre giocare, ma viviamo in uno spogliatoio in cui non si fa polemica se ogni tanto tocca stare in panchina. Siamo tutti buoni giocatori, la concorrenza è sana”.
La classifica così corta e le tante squadre al vertice sono uno stimolo o una complicazione maggiore?
“Direi che ci sprona ogni domenica. Sappiamo che con una situazione come questa noi possiamo vincere e scavalcarne quattro tutte insieme, ma se perdiamo finiamo nei bassifondi. Il vantaggio dell'Affrico, per esempio, è solo a livello mentale: se perdono un'altra partita si ritrovano definitivamente risucchiati. Abbiamo poi allungato tantissimo sulle ultime: rimanere in fondo era lo scenario che ci faceva più paura; a inizio anno si respirava aria pessimista, due anni di ultimi posti parevano insopportabili”.
Saranno decisive le sfide con Lebowski ed Affrico in casa fra gennaio e febbraio per capire dove potrà arrivare questo Grassina?
“Penso che lì misureremo realmente quello che siamo. In quelle due sfide dobbiamo far bene, vanno portati a casa più punti possibile: Lebowski e Affrico all'andata ci hanno battuti, ora bisogna riscattarci”.
Giocarle in casa con il tifo delle Brigate significa quasi partire con un gol di vantaggio.
“Certamente. Io ho negli occhi la gara di Coppa a Luco. Si giocava di mercoledì pomeriggio, eravamo quasi fuori, ma si sentivano cantare solo loro. Se vengono anche a Luco un mercoledì pomeriggio vuol dire che li abbiamo fatti innamorare. Noi rendiamo conto alla società, ma il Grassina sono anche loro, e vederli così entusiasti ci riempie di orgoglio. Negli spogliatoi cantiamo sempre i loro cori: c'è sintonia ai massimi livelli”.
Che voto daresti a questa prima parte di campionato?
“Un 6 in progresso, di incoraggiamento. Ci siamo ripresi molto bene, ma possiamo ancora dimostrare che siamo in grado di arrivare ad un gran voto”
Hai segnato 4 gol: qual è quello che ricordi più volentieri?
“Forse quello a Dicomano, anche perché l'ho fatto di testa, decisivo per vincerla uno a zero. Per mia sfortuna non posso considerare quello con l'Affrico, considerando che poi abbiam perso”.
Il desiderio più grande per il 2023.
“Come detto con società e tifosi alla cena di Natale, non ci fissiamo obiettivi. Proseguiamo con la striscia di risultati positivi”.
Ne hai uno personale?
“A inizio anno l'obiettivo era di giocare e divertirmi. Voglio continuare così, punto solo a vincere. Vedo che stiamo andando bene”.
Fonte: dai colli fiorentini